Testimonianza di N. L.

L’estasi nell’utero materno

Volevo respirare intensamente oggi, andare più a fondo possibile. Sono rimasto sempre molto lucido, osservavo e mi chiedevo come avrei raccontato questa esperienza. Sì, come trovare le parole per tradurre tutto quello che ho provato? Dopo un po’ che respiravo intensamente ho cominciato a sentire tutto il corpo gonfio di energia, come un omino Michelin, come se fossi riempito di gommapiuma, la faccia, gli occhi sembravano quelli di un extra-terrestre. Solo a seduta terminata, quando racconto l’esperienza, mi rendo conto che quell’essere gonfio, con le gambe corte e quegli occhi allungati era… un feto. Inizio a vedere come delle nuvolette bianche, lattiginose tutto intorno a me, poi si apre un cerchio color tortora. Ho la sensazione di essere un bambino che scappa perché vuole rifugiarsi lì dentro, voglio entrare in quel cerchio e nascondermi lì. In seguito il cerchio ha iniziato ad allungarsi e tutto era di un verde smeraldo e poi azzurro brillante. E lì ho avuto la chiara sensazione di essere nella pancia della mamma, ero io nella pancia della mamma… Che sensazione ho provato, che emozione! Ho pianto, ero commosso: è qui che voglio stare mi dicevo, si sta bene qui. Qui tutto è perfetto, nulla da fare, nulla da cercare. E contemporaneamente sapevo di aver perduto quel benessere indicibile, e fluivano le lacrime che erano insieme di gratitudine, di felicità, di pace e di nostalgia. Poi sopraggiunge un’intuizione, uno stato d’animo di accettazione, accettazione della perdita di quel mio paradiso. Penso: non potevo restare lì, dovevo vivere la vita e poi posso averlo anche qui, anche ora, posso ritrovare anche nella vita di tutti i giorni quello stato di beatitudine e di gioia. Indimenticabile questa seduta che ho voluto testimoniare, perché, pur essendo un convinto sostenitore degli effetti benefici del respiro, non avrei mai creduto che fosse possibile avere una esperienza simile. E sento che ha prodotto in me un cambiamento positivo, come una riconciliazione, come un atteggiamento nuovo, più fiducioso e gioioso verso la vita. Alla fine ho abbracciato Giovanna, mi sentivo grato anche verso di lei che mi aveva accompagnato in questo viaggio. Nel mio stato di coscienza “ampliato” avevo percepito che lei stava provando i miei stessi sentimenti, la stessa commozione e la stessa grata meraviglia.

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Commento

Rivivere la fase intra-uterina dell’utero buono, come anche la propria nascita, non è infrequente nel Rebirthing. Si tratta di un’esperienza molto intensa, difficile da descrivere a parole che suscita un insieme di emozioni positive, gioia, fiducia, amore, senso di unità con il Tutto. Gli effetti sulla persona non riguardano soltanto il benessere psicofisico, ma anche una radicale revisione di atteggiamenti troppo razionali, rigidi e riduttivi rispetto alle potenzialità della nostra coscienza e aprono a dimensioni transpersonali che danno nuovi significati e nuovi valori all’esistenza. Scrive S. Grof in “La Mente Olotropica”: “Le esperienze della prima matrice perinatale (essere nell’utero), hanno, in particolare, toni fortemente mistici: vengono sentite come sacre. (…) Quando proviamo qualcosa del genere, sentiamo di esserci imbattuti in dimensioni della realtà che provengono da un ordine superiore. Esiste un aspetto spirituale importante legato a questa matrice, spesso descritto come un profondo senso di unità cosmica e di estasi. (….) Le nostre percezioni quotidiane di tempo e spazio sembrano svanire e diventiamo “puro essere”. Il linguaggio non riesce a comunicare l’essenza di questo stato, limitandosi a definirlo indescrivibile o ineffabile”