Milano 30 marzo 2010
Qui, in Occidente, all’inizio del Ventunesimo secolo, vediamo che c’è una mancanza profonda di orientamento morale, non solo per noi della generazione del baby boom, ma anche per le generazioni successive. E penso che questa sia una questione cruciale che tutti noi, interessati come siamo allo sviluppo, alla trasformazione e all’illuminazione, abbiamo bisogno di approfondire. Siamo tutti venuti al mondo nel contesto culturale postmoderno – un’epoca in cui per le nostre esistenze non è disponibile un quadro di riferimento tradizionale in campo morale, etico, filosofico e spirituale. Di fatto, noi siamo entrati in scena quando si stava consumando il rigetto delle vecchie strutture. E, in larga misura, noi ci siamo liberati da esse, ma finora non abbiamo trovato niente con cui rimpiazzarle. La nostra generazione e le successive hanno sperimentato una libertà così grande – a livello personale, filosofico, politico, religioso – come non era mai accaduto a nessun gruppo di persone in nessun luogo del pianeta. Non ci sono mai state tante persone che abbiano goduto di una tale incredibile libertà di fare esperienza – di pensare quello che vogliono, di fare quello che vogliono e di dire quello che vogliono. Ma credo che sia questa la questione cruciale che dobbiamo analizzare: l’essere umano avrebbe dovuto possedere un grado di maturità straordinariamente elevato per poter gestire questo tipo di libertà che molti di noi, invece, hanno ottenuto solo per il fatto di essere nati in una determinata epoca. E siamo in molti a non aver fatto buon uso di quella libertà, proprio perché non avevamo la maturità sufficiente. Viviamo, quindi, in un’epoca incredibile in cui il più numeroso gruppo di individui al più alto livello evolutivo si trova in una fase di transizione. Il vecchio è stato respinto, ma non abbiamo ancora trovato una nuova cornice, un nuovo contesto morale, etico, filosofico e spirituale in cui vivere le nostre vite – un quadro di riferimento, insomma, che ci renda capaci di gestire la libertà che abbiamo ricevuto e che ci aiuti a dare significato alla nostra esperienza. (Andrew Cohen)