Milano 17 marzo 2012

Nella mia ricerca ho scoperto che quando penetro

in profondità nello stato del bambino emozionale

ci sono due aspetti. Il primo, ciò che è manifesto,

è costituito dai comportamenti che condizionano

la nostra vita quando siamo catturati dal bambino

emozionale: 1) reazione e controllo, 2) aspettative

e pretese, 3) compromesso, 4) assuefazione e

5) pensiero magico. Sono le cinque facciate che

l’altro si trova davanti quando si relaziona con noi.

Dietro questi comportamenti c’è un’altra parte, più

profonda, costituita dalle emozioni dello stato mentale

del bambino ferito: 1) paura e choc, 2) vergogna e

insicurezza, 3) bisogno e vuoto, 4) angoscia e 5)

sfiducia e rabbia.

Dirò subito qualcosa a proposito di ciascuno dei

cinque comportamenti ed emozioni, ma li tratterò più

dettagliatamente nei successivi capitoli.

Quando siamo nello stato mentale del bambino

reagiamo in modo automatico agli eventi della vita.

Le reazioni sono determinate dalla paura che se

non reagiamo ci accadrà qualcosa di brutto o non

riusciremo a ottenere ciò di cui abbiamo bisogno.

Dallo stimolo passiamo automaticamente alla

reazione, senza alcuna consapevolezza di cosa stia

succedendo e perché; lo spazio tra lo stimolo e la

reazione è infinitesimale. Reagiamo così velocemente

e automaticamente perché sentiamo che è questione

di vita o di morte. Sempre. Reagiamo tutte le volte

che ci sentiamo minacciati, reagiamo per soddisfare

i nostri bisogni, reagiamo quando non ci sentiamo al

sicuro, amati e apprezzati. Krishnananda